domenica 4 luglio 2010




Se il nucleare non conviene nemmeno ai nuclearisti...

La notizia è di quelle forti, soprattutto in tempi di crisi economico creditizia.
Giunge notizia dagli USA della dichiarazione di tale J.Wayne Leonard che riportiamo integralmente: "Il costo delle nuove centrali nucleari è troppo alto. Se si definiscono correttamente i rischi, i numeri semplicemente non tornano."
Il fatto interessante è che mister J.Wayne Leonard non è ne un ambientalista ne un analista finanziario: nella vita di tutti i giorni fa l'Amministratore Delegato della Entergy, il secondo operatore di centrali atomiche degli Stati Uniti!La società di mister J.Wayne Leonard aveva proposto nel 2008 di realizzare 2 nuove centrali, progetto ora abbandonato per i costi esorbitanti. E questo nonostante gli incentivi varati prima dall'amministrazione Bush e, recentemente, dall'amministrazione Obama.

...perchè mai dovrebbe convenire a noi????

Riassumendo un pò tutto quello di cui siamo venuti a conoscenza in questi mesi sull'ostica materia, possiamo dire che:
Il nucleare non è sicuro: lo dice, senza mezzi termini, il prof. Rubbia (uno che di queste cose è pratico...) quando denuncia che il nucleare cosiddetto "di terza generazione avanzata" pone le stesse problematiche di gestione in sicurezza del processo di fissione dei reattori di 25 anni fa.Ma lo ammette, indirettamente, anche un corretto e rigoroso scienziato filo nuclearista come l'ing. Vincenzo Romanello, docente alla Normale di Pisa, quando dichiara, su "Forum nucleare" che un reattore EPR non è diverso, " per fisica e per neutronica", dai reattori di seconda generazione. E, se poi si avessero ancora dubbi parlano i numeri: nel 2009, i 441 reattori effettivamente in funzione nel mondo hanno registrato 942 incidenti, tra piccoli e non-tanto-piccoli.Veramente ne vorreste uno come vicino di casa???
Il nucleare non è innocuo: dopo che lo studio tedesco denominato "KiKK", basato sulla semplice rilevazione statistica, senza filtri pseudo scientifici, delle patologie riscontrate nel lungo periodo in vaste fasce di popolazione residente nei pressi di impianti nucleari in attività, ha portato alla luce la strana "coincidenza" di un aumento di tumori e leucemie infantili tanto maggiore quanto più ci si avvicina agli impianti, anche in altri paesi (Gran Bretagna, Stati Uniti e, relativamente ai soli impianti di riprocessamento del combustibile esausto, anche Francia) si sono iniziate indagini con lo stesso metodo, rilevando la stessa "coincidenza". E questa è solo la punta dell'iceberg: sempre in Francia, paese che spesso ci viene additato come esempio da seguire coi suoi oltre 60 impianti nucleari, si registra un aumento dei tumori alla tiroide, in vent'anni, del 433% tra la popolazione maschile e del 188% tra quella femminile.
Il nucleare non è pulito: qualche mese fa, il parlamento Europeo ha escluso che l'energia nucleare sia assimilabile alle fonti "rinnovabili", contrariamente a quanto richiesto da Francia e Italia. L'apposita commissione ha valutato che se alla minor quantità di CO2 prodotta da un reattore nucleare rispetto ad un analogo impianto a combustibili fossili, si aggiunge il CO2 emesso dalla produzione del combustibile e dal suo riprocessamento, la quantità totale è addirittura del 30/40% superiore! Per non parlare dei danni prodotti dall'escavazione del minerale di uranio e dei problemi non ancora risolti per lo stoccaggio in sicurezza delle scorie e dei rifiuti radioattivi.
Il nucleare non è il futuro: basta un dato a stabilirlo. Nel 1990 erano attivi nel mondo oltre 600 reattori nucleari. Attualmente sono meno di 480, alcuni dei quali attivi solo sulla carta. Ancora: nel prossimo decennio termineranno il loro ciclo produttivo circa un centinaio di reattori e quelli di cui è programmata la sostituzione è meno della metà. La scelta dell'energia nucleare per come noi la conosciamo è propria dei paesi del secondo mondo, i cosiddetti "emergenti": paesi in cresita esponenziale ma ancora ben lontani dal livello di sviluppo dei paesi avanzati. Certo, i nuclearisti possono sempre sperare nel nucleare di quarta generazione, che avremo forse tra 20 anni, o nella fusione, che si vedrà forse tra 50 o 100 anni. Campa cavallo.....
Il nucleare non porta sviluppo: l'apparente floridità che un impianto nucleare porta al territorio su cui sorge si limita al periodo di costruzione, quando sono impegnati alcune migliaia di addetti. Al momento dell'entrata in funzione, quando rimangono 200/300 dipendenti, la bolla speculativa si sgonfia e rimane solo la penalizzazione di avere in casa un pericoloso inquilino per i successivi 60/90 anni. In cambio si avranno poche centinaia di euro di "benefit" per ogni famiglia...e un aumento di svariate gravi patologie, di cui nessuno ci avrà informato prima...vi pare uno scambio vantaggioso?

Concludendo:

vale la pena di citare una frase del dott. Miserotti che ci ha donato, il 9 giugno scorso, una bella anche se poco partecipata serata (..ma la rifaremo!) dedicata proprio ai terribili effetti sulla salute umana derivanti dalla convivenza con un impianto nucleare in funzione "normale", senza incidenti particolari.

"Che valore diamo alla vita di un bambino che muore per una leucemia evitabile?"

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