domenica 11 novembre 2012

nulla di nuovo sul fronte nucleare

11 novembre 2012
Nulla di nuovo sul fronte nucleare

Impazza in questi giorni sulla stampa la notizia dell'avvenuta rottura, presso la ex centrale elettronucleare di Caorso,  di alcuni fusti contenenti rifiuti radioattivi a bassa e media attività (pare 2) con conseguente sversamento del contenuto e della preoccupazione che desta lo stato degli altri fusti dello stesso genere tuttora presenti nell'impianto caorsano. I giornali ci fanno i titoli (normale); l'Arpa prometti attenti controlli (ma fino ad oggi dove è stata?); la magistratura interviene (perche???).
Secondo noi, la vera notizia è che i fusti ci abbiano messo tanto a sfondarsi, visto che la loro condizione precaria era conosciuta da più di una decina di anni!
Per essere più chiari: già nel 2000 (anno più, anno meno) era uscita la notizia che i fusti (allora erano 8852)dei rifiuti a bassa e media attività, stoccati in depositi, presentavano tracce di profonda corrosione ( i rifiuti erano "annegati" all'interno di sacche con una soluzione di polimeri ed acido solforico), dovuta probabilmente a negligenza nel loro "confezionamento". I rifiuti ad alta attività (allora erano 276 fusti), stoccati in apposito deposito in posizione orizzontale (modello loculo) in fusti rivestiti contenenti la stessa soluzione ma chiusi con un anello meccanico di tenuta, presentavano evidenti segni di "perdite" del materiale contenuto, segno che gli anelli non tenevano poi tanto.....la conseguenza di quanto sopra, era che  gli addetti alle ispezioni di questi depositi si trovavano esposti ad un dosaggio di radiazioni sempre al di sotto della soglia di pericolo ma ugualmente ben superiore agli standards abituali per questo tipo di operazione.
Addirittura, pare che qualche addetto sia stato sottoposto a decontaminazione "preventiva", cioè prima ancora di verificare i dati delle radiazioni assorbite, per evitare di dover informare le autorità saniarie e di sicurezza della situazione che si era venuta a creare.
Ne venne, invece, informata la stampa locale... senza che nessuno riuscisse a leggere, su questo argomento, una riga da nessuna parte!
Evidentemente, qualcuno aveva santi in paradiso.....
Dopo il referendum del 2011, non abbiamo più molto trattato l'argomento "nucleare", proprio perchè le notizie che escono ( e che comunque verifichiamo, per quanto possibile) sono "addomesticate" e sembrano corispondere più a logiche di comunicazione che altro.
Accade così che i caorsani leggano sulle locandine dei quotidiani, affisse fuori dalle rivendite di giornali, titoli mirabolanti (e rassicuranti) su delicate questioni riguardanti "Arturo": la licenza di dismissione è dietro l'amgolo; lo smantellamento procede regolarmente ed è completato "al 99%"; non ci sono collegamenti "tra malattie e atomo".
Peccato che la realtà sia un tantino diversa.
La licenza di dismissione è ancora lontana e non è nemmeno detto che verrà mai rilasciata: dipende da quale destino verrà  deciso, "colà ove si puote", di dare all'impianto.
Lo smantellamento non procede regolarmente: nel 2005 erano previsti 13 anni di lavori, con temine nel 2018.
Nel 2012 si prevedono sempre 13 anni di lavoro, con termine nel 2025.
Se la matematica non è una opinione, in sette anni di decommisioning (senza licenza) si sono accumulati sette anni di ritardo..e ancora non sono iniziati i lavori sull'edificio primario ( il "pentolone"): si è demolita al 99% la parte industriale..l'isola nucleare è intatta.
Se non che, gli "esiti"delle barre inviate al riprocessamento, ci torneranno in casa a partire dal 2023!
La vera "chicca" poi, è rappresentata dalla cosiddetta indagine epidemiologica. I nostri dubbi e perplessità li avevamo espressi già all'annuncio: troppi anni trascorsi da quando la centrale era in funzione, peraltro per poco tempo e senza incidenti;  soprattutto, nessuna trasparenza sui criteri di indagine adottati.
Abbiamo avuto ragione: sono stati ricercate solo le malattie derivanti da "esposizione radiologica". Una ricerca che avrebbe avuto un senso se fatta "a campione chiuso" sui circa mille dipendenti che si sono avvicendati negli anni a Caorso; completamente inutile sulla popolazione a 25 anni di distanza dalla chisura. E nessuna indagine svolta sugli inquinanti prodotti dalla fissione e rilasciati in ambiente: per esempio, il cobalto60 che viene rinvenuto tuttora nel canale di scarico, prodotto fino al 1986 e che avremo fino al 2026 ( se ci hanno sempre detto il vero, cosa di cui è lecito dubitare).
Sia chiaro: nessun addebito è da farsi ai cronisti per questi "orrori" di stampa. Sono giovani, volenterosi, capaci, disponibili (e precari...).
Come pure non si possono rimproverare capi radattori o direttori: le politiche editoriali sono un mare tempestoso...
Vale però la pena di ricordare quel che dicevano dei giornali i nostri vecchi: le uniche cose sicuramente vere sono la data e il prezzo; del resto, meglio non  fidarsi troppo!

Claudio Massari



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