F35: uno spreco immorale
F35: uno stop di tre anni per regalare un po' di ossigeno a un Paese in panne
Il 9 dicembre del 1997 Beniamino Andreatta, all'epoca Ministro della Difesa, per convincere la commissione Difesa della Camera dei deputati ad approvare il programma pluriennale per l'acquisto di 121 cacciabombardieri Eurofighter affermava convintamente che “le sole spese di investimento per la realizzazione della prima fase hanno determinato già la creazione di circa 2000 posti di lavoro molto qualificato. La partenza della fase di produzione e industrializzazione determinerà un incremento del numero degli addetti per un ammontare di circa 15.000 addetti all'anno per 15 anni.”.
Il 7 aprile 2009 è la volta del Joint Strike Fighter e tocca al sottosegretario di Stato della Difesa Guido Crosetto riuscire a strappare il parere favorevole alla Commissione Difesa. Crosetto nella sua arringa difensiva dichiara che “per quanto riguarda, il ritorno occupazionale, stime industriali quantificano nel numero di 10000 i lavoratori che saranno direttamente impiegati nel programma, senza considerare l'indotto. Il programma JSF assicurerà, pertanto, un ritorno occupazionale simile a quello oggi garantito dal programma Eurofighter”.
Insomma, ieri come oggi la questione dello sviluppo industriale e occupazionale sembra essere il fattore principale su cui la partitocrazia basa le sue decisioni sull'acquistare o meno gli armamenti per le forze armate, in questi casi cacciabombardieri. Eppure i ritorni occupazionali si sono tradotti solamente nel reimpiego delle maestranze qualificate del settore industriale. Un semplice spostamento della forza lavoro da un programma all'altro. Allora la motivazione è un'altra? Sicuramente si.
In questi ultimi giorni, il caso F35 è tornato a far discute di se con l'accesa discussione sviluppatasi attorno alle “mozioni” che sono piovute sugli scranni parlamentari dopo quella presentata da SEL e M5S. Il neo ministro Mauro sull'argomento non ha fatto mancare la sua voce a difesa degli interessi industriali e occupazionali fino al punto di affermare “per amare la pace bisogna armare la pace”. Mauro ha voluto darci una prova della sua vasta e profonda cultura. Sicuramente si sarà fatto ispirare dalla frase “Ergo qui desiderat pacem, praeparet bellum” tratta dal prologo del libro III dell'Epitoma rei militaris di Vegezio del IV secolo.
Il programma EF2000 (eurofighter) nel luglio del 2010 è stato ridotto dagli iniziali 121 velivoli agli attuali 96 mentre quello relativo all'F35 (jsf) da 131 a 90 lo scorso febbraio 2012. Il costo complessivo per questi due programmi è di soli 31,282 milioni di euro. Insomma più di un miliardo di euro all'anno (dal 1996 al 2026) per quanto riguarda soltanto due dei 136 programmi pluriennali di spesa per l'acquisto di armamenti che i generali hanno ritenuto di dover chiedere al Parlamento dal 1996 ad oggi. Senza andare troppo indietro nel tempo gli atti parlamentari ci rivelano chiaramente come dalla X^ legislatura in poi la partitocrazia è sempre stata al servizio delle industrie belliche e dei generali. Le Commissioni parlamentari hanno quasi sempre espresso il loro parere favorevole su tutti gli acquisti di armi o sistemi d'armamento chiesti dai generali. Nel corso della 16^ legislatura la spesa per gli armamenti ha superato complessivamente i 18 miliardi di euro.
Eppure sulla questione F35, che oggi è vista come uno spreco da cancellare totalmente, il ministro Mario Mauro, nonostante gli allegorici aforismi utilizzati nelle sue esternazioni pubbliche, ha ricordato ai più distratti un non trascurabile elemento di valutazione sulla necessità di proseguire il percorso intrapreso: l'obsolescenza. Memore di quanto aveva riferito alla Commissione difesa della Camera il Ministro Andreatta nel 1996 per sostenere la necessità di dover acquisire i 121 aerei Eurofighter ,cioé che “la forza aerea nazionale alla fine del primo decennio del prossimo secolo risulterà quindi articolata sui velivoli da caccia di cui al programma in esame, su cacciabombardieri Tornado e AMX, con la prospettiva di acquisire gli apparecchi da realizzare sulla base di un programma che coinvolge Europa e Stati Uniti per la realizzazione di un joint strike fighter …... una forza aerea nel complesso non grande ma equilibrata”, il 26 giugno scorso il Ministro della difesa Mario Mauro, intervenendo nella discussione in corso alla Camera sulle mozioni di SEL-M5S, Pd-PdL-SC, ha detto che gli F-35 “sono infatti quegli aerei che devono andare a sostituire gli aerei della difesa italiana che sono arrivati al termine del loro ciclo di vita: sostituiscono i Tornado, sostituiscono gli AMX, sostituiscono gli AV-8B”.
L'invecchiamento dei velivoli è una realtà di fatto a cui una Forza armata deve far fronte quotidianamente per riuscire a garantire il mantenimento della capacità operativa. L'Aeronautica militare non è da meno. I dati diffusi ufficialmente dal Ministro della difesa parlano di 90 cacciabombardieri F35 destinati a sostituire 256 aerei attualmente in uso, però va anche ricordato che nel 1999 le Commissioni parlamentari hanno dato il via libera ad alcuni programmi pluriennali di spesa per l'ammodernamento degli aerei utilizzati dall'Aeronautica militare. In particolare il programma di armamento n. SMA 11/99, approvato dalle commissioni nell'ottobre del 1999, per la spesa di 1.450 milioni di euro per l'ammodernamento di mezza vita del velivolo Tornado, verrà completato solo nel 2015 e consentirà all'Aeronautica di continuare a disporre di un velivolo efficace, sia nella versione IDS per attacco al suolo, sia nella versione ECR antiradar, almeno fino agli anni 2020-2025.
Il Segretario generale della Difesa e Direttore nazionale degli armamenti, generale di squadra aerea Claudio Debertolis, nel corso della sua audizione del 5 dicembre 2012 presso la IV Commissione difesa della Camera ha reso noto che i 90 velivoli jsf verranno consegnati entro il 2027. Al 2020 saranno 34 i velivoli già consegnati. Si tratta di un piano appositamente diluito per una questione di risparmio, che comporterà la sostituzione dei Tornado entro il 2027. Gli AMX dovrebbero invece finire la loro vita prima del 2020. Alcuni Tornado saranno quindi mantenuti ed eliminati progressivamente, finché non entrerà in servizio l'ultimo velivolo della flotta Joint Strike Fighter, mentre per quanto riguarda gli Eurofighter in consegna attuale, la produzione dovrebbe finire nel 2018, per i 96 velivoli. A conti fatti nel 2020 inizierà il processo di eliminazione dei velivoli dichiarati fuori uso per obsolescenza e solo a questo punto, anche in relazione alla revisione dello strumento militare avviata con la legge 244/12, si potrà avere un quadro completo della situazione e quindi decidere obiettivamente una revisione del programma F35.
Quando scrissi il testo dell'Ordine del giorno 9/4829-A/61 con cui ottenni il taglio di 41 aerei F35 ero convinto, come lo sono ora, che sia possibile – se non doveroso - valutare concretamente la possibilità di sospendere le acquisizioni almeno per tre anni. Spostare avanti nel tempo l'acquisizione di 10 aerei non comprometterebbe in alcun modo la capacità operativa dell'Aeronautica militare ma consentirebbe al Governo Letta ,o al suo successore, di disporre di oltre 3,9 miliardi di euro da destinare alle più urgenti necessità di sopravvivenza del Paese: tasse , lavoro, scuola e salute.
08 luglio 2013
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